Azione natalizia – mons. Antonio Crameri dall’Ecuador

Pubblicato giorno 15 Dicembre 2021 - Diario Missionario, In home page

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15.12.2021: oggi abbiamo avuto la possibilità, dopo ripetute insistente come nell’episodio evangelico della vedova importuna, di scambiare due parole con mons. Antonio Crameri, vescovo a Esmeraldas. La sua presenza in Ecuador è più che mai necessaria, perché lì c’è un gregge che ha bisogno di un pastore. Ci parla di una piaga che si sta diffondendo nel paese: la violenza. A titolo esemplificativo ci racconta che in una delle sere scorse c’è stato un attentato ad una stazione di polizia, dove un poliziotto è morto e un altro è stato gravemente ferito. Anche nelle carceri la situazione è drammatica e si assiste a delle scene raccapricianti. Mons. Crameri sottolinea altresì la corruzione diffusa, anche tra le alte sfere dello stato, che non aiuta a riportare pace ed equilibrio in un paese già afflitto. L’economia è molto sofferente, la povertà diffusa, soprattutto nella sua diocesi.

«Come è la situazione pastorale?», chiediamo. «La gente è un po’ addormentata, si è adagiata sul COVID», replica, usando sempre un accento marcatamente spagnoleggiante. Antonio però sta spingendo per riannodare le relazioni, per far rivivere le parrocchie e per rianimarle attraverso le attività che erano presenti prima della pandemia.

Per Natale prevede un’iniziativa di raccolta di indumenti e generi alimentari per coloro che non sanno cosa mettere in tavola. Anche Antonio ravvisa dei segni di speranza: per il terremoto ad Haiti hanno raccolto 15000 USD, una cifra che per i parametri ecuadoregni è enorme. La sua speranza, unita a quella di papa Francesco, risiede nella convinzione che il cammino fatto insieme è la chiave con cui si possono affrontare le situazioni della vita. I fedeli della sua diocesi hanno un grande potenziale, la Chiesa è giovane, nel senso che ci sono molti giovani che sono interessati a lasciarsi coinvolgere.

Il colloquio arriva così quasi al termine, ma Antonio si lascia andare e ci confida che ha un sogno: formare una comunità composta da 3/4 rappresentanti di diverse congregazioni religiose che si uniscano per lavorare con e per i giovani, per aiutarli ad occupare un posto nella Chiesa e nel mondo. Il ricavato dell’azione natalizia sarà devoluto alla realizzazione di questo suo sogno. «Nun decir nunca». E con questa nota conclusiva lo lasciamo al suo ministero di pastore.

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