E IL VERBO SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI
Carissimi,
ormai nel pieno delle festività, vogliamo salutarvi e ringraziarvi, e ringraziare il Signore della Sua presenza in questi anni di missione.
Sì, parliamo di presenza! Una presenza reale del Signore nella vita dell’uomo. Tante volte ci parlano di un Vangelo vivo, un Vangelo attuale, ma tante sono le volte in cui non riusciamo a vederlo nelle nostre vite.
Per questo vogliamo rendervi partecipi di ciò che il Signore ci mostra nella missione in Mozambico.
In mezzo alle tante precarietà, alla miseria, alla povertà, alle grandi sofferenze e ferite, vediamo realizzarsi un Vangelo che dà vita: una risposta vera e profonda alla sofferenza dell’uomo!
Spesso ci viene chiesto: “dov’è Dio nella povertà? Dov’è Dio nelle ingiustizie? Perché Dio lo permette?”
Tutti noi viviamo questo scandalo. Ma il Signore ci sta mostrando una realtà superiore. Dice nel Vangelo di Giovanni (Gv 11, 25)
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?».
Questa domanda ci accompagna nella missione. Credi che con me puoi accettare la povertà? Credi che puoi accettare le violenze? La morte di un caro? Un’ingiustizia?
Ecco, noi siamo testimoni di questo. Annunciato il Vangelo, vediamo concretizzarsi nella vita delle persone un’opera meravigliosa.
Così chi rubava, non ruba più, e inizia a lavorare. Chi non accettava la povertà, la accetta e vive nella gioia. Chi era violento, inizia ad amare. Chi voleva fare giustizia per le ingiustizie ricevute, accetta con pazienza.
Abbiamo visto matrimoni rifiorire, famiglie salvate, là dove non c’era più speranza, nasce la certezza.
La certezza che è possibile amare. Perché tutto questo nasce da un’esperienza che questi fratelli fanno: l’esperienza di sentirsi amati da Dio. E nella misura in cui si sentono amati, iniziano ad amare.
Dice Gesù: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15, 12)