La dolcezza del Vangelo

Pubblicato giorno 4 Ottobre 2022 - Diario Missionario, Iniziative amiche

Condividi su:   Facebook Twitter Google

La dolcezza del Vangelo
“Di me sarete testimoni”, ci ricorda quest’anno Papa Francesco, sulla base del mandato di Gesù ai suoi discepoli prima del suo definitivo distacco “fisico” da loro. E termina dicendo: «Cari fratelli e sorelle, continuo a sognare la Chiesa tutta missionaria e una nuova stagione dell’azione missionaria delle comunità cristiane».
Quel “fratelli e sorelle” non è una mera formula liturgica desueta. La presenza della Chiesa nel mondo ha un solo scopo preciso, quello di creare un’umanità nuova dove tutti siano legati da un legame di sangue, stavolta nel sangue di Gesù. Il bello è che questo legame che ci lega strettamente agli altri cristiani vale comunque anche per tutti gli altri, anch’essi, a titolo diverso, fratelli e sorelle come il Papa ci ricorda in Fratelli Tutti.
Il Papa sogna una nuova stagione missionaria e ci comunica fortemente che alla fine il senso dell’essere cristiani è esserGli testimoni. E siccome spesso pensiamo di saperne più di Colui alla cui sequela noi siamo, è una pena che tanti di noi (e forse un po’ tutti) diamo più valore a ciò che la Chiesa fa come una qualsiasi ONG: impegno caritativo e sociale. È certo che questi sono i segni della nostra fede, però corriamo un bel rischio quando lo distacchiamo dalle motivazioni profonde per cui si ama e si aiuta, non solo in nome di una fraternità universale, ma nel nome di Colui che è Fraternità.
Dare testimonianza è da sempre la priorità e la sfida dei cristiani di tutte le epoche e latitudini. Eppure necessariamente questa testimonianza deve essere diversa secondo il tempo in cui ci è dato di vivere. Ed ecco che si trovano scuse futili tipo: “Oggi è difficile; il Vangelo è roba d’altri tempi”, etc, in cui tutti, purtroppo siamo maestri. Dunque: di quale testimonianza necessita la Chiesa di Lugano OGGI? Difficilmente ve lo potrà dire un missionario in Uganda…, però è certo che la missione ci viene in aiuto visto che da sempre qui siamo confrontati con realtà diverse e mutevoli.
Il primo contributo della missione credo sia il riscoprire le nostre radici. Un giovane aspirante missionario a cui chiedevo perché volesse diventare tale per la vita mi ha guardato stupito che proprio io gli facessi una simile domanda: «perché sono cresimato» fu la risposta; allo stile del proverbio che in Africa dice sempre l’ultima parola. E dunque se anch’io sono cresimato, come esimermi dal testimoniare Colui a cui la mia esistenza appartiene? Vi invito a trovare sul web la storia toccante di due adolescenti martiri proprio di questa parte d’Uganda, Daudi Okello e Jildo Irwa, che risposero allo stesso modo, morendo troppo presto, ma entusiasticamente da testimoni. Molto più a lungo lo ha fatto sr. Maria de Coppi, uccisa nel travagliato Mozambico il settembre scorso. Tutti loro ci parlano di una duplice fedeltà, a Cristo e alla Sua gente che diventa la nostra!
Un secondo contributo viene dal leggere i segni dei tempi. Chi scrive dirige da un anno e mezzo un centro di spiritualità a Gulu, nel nord Uganda. Forse si fa fatica ad immaginare un missionario che invece di sgambettare da una comunità cristiana all’altra (cosa che peraltro faccio) è “comodamente” insediato in una specie di bellissimo paradiso terrestre dove la gente sa che può venire a pregare. Qui abbiamo corsi di esercizi spirituali e anche, da poco, corsi per accompagnatori spirituali. Questa è una delle nuove frontiere della missione qui: terminata la fase dell’annuncio serve l’approfondimento della fede, in vario modo.
Un terzo contributo importante viene anche da un quasi svizzero, nel senso che è nato proprio oltreconfine a Ronago, in provincia di Como, a due passi dalla Svizzera, p. Giuseppe Ambrosoli. Figlio di una nota famiglia di imprenditori del miele, decise di portare la dolcezza del Vangelo ai più poveri di allora. E di farlo come medico. Fu inviato a Kalongo “in the middle of nowhere”, ai confini della terra, dove pian piano creò un gioiello di ospedale con annessa scuola per ostetricia. Lì e nella sua professione divenne santo e questa fu la sua predicazione del Risorto: Egli si prende cura di voi. In tutto!
Dopo due anni di ritardi da Covid il 20 Novembre p.v., festa di Cristo Re diventerà beato proprio qui, tra la sua gente. Cristo regna in questa testimonianza guidata dallo Spirito che non si è mai sopita. Non ho certo modo di scrivere qui la sua biografia nella quale appare anche un importante evento di cui son stato testimone, ma posso almeno stuzzicare l’interesse a saperne di più. La gente di Kalongo aveva bisogno di cure mediche e attenzione e lui dette la sua entusiastica risposta: eccomi, manda me, dicendo: “Dio è Amore e io sono il suo Servo per la gente che soffre”. Si narra che nessuno se ne andasse mai via da lui a mani vuote, visto che per tutti aveva sempre, almeno, un sorriso. E questo in una estenuante giornata super impegnata. Che bell’esempio a noi che andiamo sempre di fretta e per cui magari un sorriso sembra qualcosa di sorpassato, inutile. Come la dolcezza del miele.
Queste persone sante dal mondo, di cui ho solo tracciato il percorso, ci sono d’esempio concreto di come essere testimoni qui e ora. Preghiamoli che aiutino anche a noi ad esserlo sotto casa. Ce n’è assoluto bisogno e la gente aspetta…TE.

P Maurizio Balducci Mulèngera
Missionario Comboniano in Uganda

Condividi su:   Facebook Twitter Google