Missionario ticinese ad Algeri

Pubblicato giorno 1 Dicembre 2022 - Diario Missionario, In home page, Iniziative amiche, Senza categoria

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Cari amici e care amiche,
da quest’anno la CMSI ha deciso di sostenere anche questo missionario che da anni svolge il suo ministero ad Algeri. Lasciamo la parola a lui che ha molto più da raccontarvi:

Ringraziando vivamente per lo spazio che mi è concesso, comincio col dire che sono un laico consacrato membro dei Memores Domini. Dal mese di marzo di quest’anno vivo ad Algeri in una piccola comunità di Memores come volontario al servizio della Diocesi. Una sorpresa, che mai mi sarei immaginata dopo oltre 40 anni di insegnamento al Collegio Papio e circa 30 al Liceo Diocesano, vivendo nella stessa casa di Memores: una sorta di stabilitas loci benedettina.
La storia della mia vocazione ha le sue radici in un momento fondamentale per la mia vita. Attorno al 1968, tra i 17 e i 18 anni, nel momento in cui la contestazione si allargava a macchia d’olio e raggiungeva anche la nostra realtà ticinese. Questo per me allora significava cercare altre strade rispetto alla fede cristiana per realizzare il desiderio di libertà e di verità nei rapporti personali e sociali che animava me e tanti giovani. Era il momento in cui ero chiamato, senza saperlo, ad una radicale verifica personale affinché la mia fede non rimanesse una pratica devozionale e un codice morale pur rispettosamente custodito. Ma l’utopia del mondo nuovo, che il ’68 in varie forme prospettava, non riusciva a colmare il vuoto lasciato da una vita senza Dio.
Ed ecco la sorpresa che non potevo assolutamente immaginare: l’incontro durante la scuola reclute con alcuni compagni di leva, ancora oggi profondamente presenti nella mia vita, che mi hanno fatto incontrare un’esperienza umana ricca di vita, di interesse per tutto, di spirito di accoglienza e di amicizia, che mi ha profondamente toccato e suscitato sorpresa perché andava di pari passo con un’esperienza di fede in cui si respirava libertà e gioia. Da lì poi l’invito ad un incontro di studenti universitari con don Giussani: un incontro decisivo per la prosecuzione del cammino come riscoperta di una fede che interessa, senza eccezione, tutti gli aspetti della vita, tutto ciò che muove il cuore dell’uomo. Questa riscoperta quasi subito mi ha fatto sentire una grande attrattiva per una vita consacrata al Signore, che poi nel tempo si è precisata nella forma dei Memores Domini: Vivere i consigli evangelici, immersi come laici nella vita sociale di tutti, attraverso in particolare il lavoro.
Il Signore sorprende sempre a tutte le età e, da poco in pensione dall’insegnamento, mi ha chiamato a questo nuovo passo. Quasi a significare che questa partenza per una realtà molto diversa è un segno della nostra chiamata a partire ogni giorno, per scoprire ciò che di nuovo ci attende e il Signore desidera da noi.`
Ma com’è nata questa imprevista iniziativa missionaria? Una proposta partita dal vescovo di Costantina, che aveva avuto modo di conoscere. la realtà di una casa di Memores Domini a Tunisi e colpito da quell’esperienza aveva desiderato una loro presenza anche in Algeria. La proposta, condivisa dagli altri tre vescovi, si era poi orientata su Algeri, che offriva maggiori possibilità per l’impegno anche lavorativo che ci era richiesto.
I nostri responsabili avevano mandato a tutti una richiesta di disponibilità, specificando i requisiti: tra questi una conoscenza del francese e, per uno dei profili, un’esperienza in campo scolastico educativo. Non era facile mettere assieme tutte le condizioni. Le disponibilità non mancavano, anche qui da noi, ma i requisiti sì.
A me l’occasione di una nostra presenza in questo particolare contesto è apparsa subito molto importante e, malgrado non avessi particolari desideri di partenza in missione, e mi trovassi molto bene qui, ho dato la mia disponibilità. Mi son detto “mi metto in fila e se non c’è uno più giovane di me…il Signore vedrà”. Questo sì mi è nato da un impeto di gratitudine per tutto quello che nella mia vita ho ricevuto e ricevo, in particolare nel cammino nei Memores Domini, ma anche dalla gratitudine per la richiesta che veniva dai vescovi algerini.
Qui, in una realtà tutta da scoprire, ho cominciato a conoscere la vita di una Chiesa, numericamente molto piccola (qualche migliaio di cattolici su 50 milioni di musulmani), che, in un lungo e non facile percorso, ha maturato la coscienza della chiamata ad essere testimone dell’amore di Cristo e di una fraternità che abbraccia tutti gli uomini, e quindi di essere al servizio di tutto il popolo algerino. È per me e per noi un’esperienza molto significativa e di stimolo innanzitutto al cammino della conversione quotidiana.
Il Natale ci invita a vivere gioiosamente l’incredibile Mistero di Dio che si fa uomo per salvarci, per compiere secondo tutta la sua profondità la nostra vita ed essere segno del suo amore per tutti gli uomini, in Algeria, come nel nostro Occidente, che sembra spesso non conoscere più questo dono, pur conservandone, sono convinto, la segreta nostalgia.

Maurizio Balestra

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