Haiti: un bilancio dei nostri missionari

Pubblicato giorno 3 Marzo 2022 - Diario Missionario, Haiti, In home page

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Dopo oltre due anni di missione ad Haiti possiamo dire di aver vissuto davvero tante esperienze, perlopiù positive, dalle quali abbiamo imparato moltissimo e che ci hanno arricchiti. Ce ne sarebbe da riempire un libro, ma, dovendo limitarci alle più significative, c’è sicuramente l’incontro con le persone, in particolare i poveri, che ci hanno permesso di entrare un pochino nelle loro vite, capirne le difficoltà e apprezzarne la segreta bellezza. Un fatto sorprendete è che spesso gli incontri più speciali e toccanti sono avvenuti e continuano ad avvenire a partire da avvenimenti casuali, non serve cercarli, basta mettersi all’ascolto. Per citare alcuni esempi concreti basti pensare alle numerose persone che hanno bussato alla casa dei missionari in cerca di aiuto, al gruppo che si è formato attorno ad alcune giovanissime madri che ora si ritrova ed è accompagnato con regolarità, all’associazione di persone sole portatrici di handicap ASPISS, ai poveri del Village Misericorde, ai malati a cui è stata data una cura e a tanti altri ancora. Spesso ci siamo sentiti degli strumenti in mano a qualcuno di più grande per il quale facciamo solo da tramite, come Madre Teresa diceva molto bene con la bella metafora della matita nelle mani di Dio. Anche se prima di partire, ci era stato detto da più parti che l’importante era lo stare, piuttosto che il fare, abbiamo imparato che entrambi questi atteggiamenti sono necessari e complementari. A volte per arrivare a stare con la gente bisogna prima fare, altre volte quando si sta, si scoprono bisogni che necessitano della nostra azione. Una volta che conosci certe situazioni non si può restare indifferenti.

Uno degli aspetti più subdoli della povertà è che non riguarda solo il livello materiale (avere il cibo, il tetto, un lavoro), ma soprattutto la capacità di riflettere, valutare, giudicare, porre delle priorità, prevedere, programmare… Quando si constata che queste capacità non sono sviluppate nella maggioranza della popolazione, ecco che allora ogni tipo di aiuto deve contenere anche un lato educativo. Per questo motivo il progetto missionari, nato dalla collaborazione tra la diocesi di Lugano e quella di Anse-à-Veau / Miragoâne, mette in particolare l’accento sulla formazione, cardine di ogni vero miglioramento. Il lavoro svolto in questi anni in seno al Bureau Diocesain de l’Éducation (BDE) ha l’ambizioso obiettivo di migliorare l’educazione nelle scuole cattoliche, specialmente attraverso la formazione dei docenti e dei direttori. Sulle oltre 90 scuole del dipartimento dei Nippes in cui opera il progetto, la grande maggioranza è stata toccata attraverso la formazione di uno o più dei suoi insegnanti. Solo per l’anno scolastico 2021/22, sono oltre 600 i maestri che hanno ricevuto una formazione dai missionari. I temi principali trattati riguardano la preparazione delle lezioni, la salute e l’igiene a scuola, l’abolizione della violenza, l’organizzazione delle strutture partecipative. I frutti di questo lavoro iniziano timidamente a spuntare, anche se resta moltissimo da fare. Le abitudini e le difficoltà di ogni tipo ostacolano i miglioramenti, a volte sono frustranti, ma come ci ricorda Papa Francesco nel messaggio per la Quaresima 2022 [… In realtà, ci è dato di vedere solo in piccola parte il frutto di quanto seminiamo…. Proprio seminando per il bene altrui partecipiamo alla magnanimità di Dio: «È grande nobiltà esser capaci di avviare processi i cui frutti saranno raccolti da altri, con la speranza riposta nella forza segreta del bene che si semina» (Enc. Fratelli tutti, 196)].

Maria Laura e Sebastiano Pron

Missionari ad Haiti

 

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Fine di una lezione Formazione pedagogica Visita ad una mamma
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